Partito Democratico Paderno Dugnano

Rassegna stampa/webRiflessioni

Oscar Figus: qualche riflessione personale sulla Rho-Monza

interriamo la Rho-Monza

A questo punto direi che siamo un po’ stufi.

Le richieste dei cittadini organizzati in comitato, di tutte le forze politiche e di tutte le amministrazioni locali di qualsiasi colore continuano a scontrarsi contro il muro di gomma rappresentato dagli interessi di coloro che da anni vogliono fare la riqualificazione della Rho-Monza nel modo più sbagliato possibile: senza ascoltare.

Non credo sia necessario ripercorre la storia, i miei quattro lettori la conoscono, sappiamo bene che l’obiezione principale è sempre stata quella economica e a questa obiezione i comitati hanno proposto diverse soluzioni tra cui, la più ovvia, allungare i tempi della concessione per permettere a Serravalle e a società Autostrade di rientrare dall’investimento aggiuntivo.

Ma la seconda obiezione, l’impossibilità di concludere in tempo per Expo, secondo i tecnici sembra comunque destinata ad avverarsi anche senza gli interventi richiesti e non certo per colpa dei cittadini, che hanno espresso le loro ragioni sempre nelle sedi istituzionali, in modo corretto, al massimo manifestando con gli striscioni.

La vera questione è che in Italia i tempi (e i costi) lievitano sempre, salvo poi essere usati come scusa per non approfondire richieste legittime.

Nel frattempo 55 milioni sono stati stanziati dallo Stato per il terzo lotto (sperando che a quella parte di opera vengano apportate tutte le correzioni richieste dai territori) mentre il commissario Sala giudica inaccettabile la previsione dei tecnici di non riuscire a finirla per tempo e la Regione Lombardia finge che il contributo riguardi tutta la Rho-Monza ed auspica tutte le opere in Lombardia terminate in tempo per Expo.

In tutta questa faccenda – alla fine – l’unica cosa sicura è il muro di gomma.

Non l’affidabilità dei tecnici, qualcuno ricorderà le talpe per l’interramento, solo due al mondo, da far arrivare da un altro continente poi sembra che ne costruiscano anche in Brianza, o i tempi comunque sempre fuori dalle previsioni.

Non la capacità decisionale della politica, lettere al Presidente della Repubblica e alla comunità Europea, coinvolgimento di Parlamentari e Sottosegretari, voti all’unanimità dei consigli regionali e provinciali puntualmente disattesi dalle decisioni dei relativi organi di governo.

Fino all’evidente disturbo dissociativo dell’identità di parte (i consiglieri di centro destra) del Consiglio Provinciale che sul tema una volta votano in un modo una volta in un altro, in Provincia di Milano, cioè l’ente che più di ogni altro dovrebbe poter condizionare l’operare della Serravalle di cui è azionista di maggioranza.

A questo punto mi sembra più che legittima la volontà dei comitati di attuare un cambio di passo.

Molte azioni sono state proposte o sono in discussione (tutte da farsi con la presenza della stampa, a questo punto non solo locale)

  • Occupazione simbolica dell’ufficio del Sindaco o della Sala Consiliare chiedendo al Sindaco di essere presente con la fascia tricolore
  • Presidio davanti alle imprese il giorno della visita dei tecnici per effettuare le rilevazioni
  • Presenza sotto la sede dove si svolgerà il tavolo il 5 settembre

e magari anche

  • Una ulteriore raccolta di firme (ad esempio tramite change.org) stavolta su scala nazionale da aggiungere alle molte centinaia già raccolte contro il mostro

Ma se è indiscutibile che a muovere le cose sia soprattutto (se non esclusivamente) l’interesse e ben sapendo che risulta difficile boicottare in qualche modo Serravalle ed Autostrade (ammesso e non concesso di convincere i cittadini padernesi a non usarle, probabilmente neanche se accorgono)  esiste però un’altra controparte sulla quale si è solo cominciato a fare pressione: l’organizzazione di Expo.

Io credo si debba dire con chiarezza al commissario Sala che i cittadini di Paderno Dugnano

  • protesteremo davanti e durante Expo2015 anche con l’opera compiuta, se fatta senza ascoltarli

e che – se a livello nazionale e/o istituzionale non si riesce a far muover foglia – noi

  • Scriveremo direttamente all’International Exhibitions Bureau (BIE) a Parigi, denunciando il modo con cui sono trattati i cittadini dei territori coinvolti nelle opere per l’Expo
  • e che scriveremo a tutti i governi e i parlamenti dei 121 paesi partecipanti e ai loro principali organi di informazione (metto io a disposizione dei comitati gli strumenti tecnologici)

e se ancora non basta siamo disposti a iniziative più eclatanti (lecite e nonviolente) come il percorrere la Rho-Monza al minimo della velocità permessa o all’incatenarci a bordo strada e fino allo sciopero della fame (io ci sto, ho scorte sufficienti :-))

E’ questo il biglietto da visita che vuole per Expo 2015 ?

Io non credo sia il caso, non è più semplice ascoltarci ?

Oscar Figus
da blog  www.figus.org