Agenda 21 “pensare globalmente, agire localmente”
Ringrazio Gianfranco per le sue considerazioni che condivido in pieno.
Ad alcune delle domande che pone propongo, come possibile guida, di valutare insieme i contenuti dell’Agenda 21 di cui pubblico una brevissima introduzione .
La Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo (WCED) delle Nazioni Unite, nel 1987, pubblicò il rapporto Brundtland , conosciuto anche come “Our Common Future“, introducendo il concetto di “sviluppo sostenibile”
Nel 1992, nell’ambito della Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo di Rio de Janeiro, fu proposto un piano d’azione articolato per lo sviluppo sostenibile da qui al XXI secolo, un piano di azioni a livello mondiale, nazionale e locale per affrontare le emergenze ambientali e socio-economiche e combattere le disparità economiche e il deterioramento ambientale.
Fu chiamato Agenda 21 (dove 21 sta per XXI secolo).
Nel 1997 si tenne una sessione speciale dell’Assemblea Generale per valutare i primi cinque anni (RIO+5) dall’approvazione dell’Agenda 21 adottando una nuova risoluzione che riconosceva il carattere di disparità che accompagnava il progresso, anche legati alla crescente globalizzazione.
Nel 2002, il Summit Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile a Johannesburg (Earth Summit 2002, WSSD, RIO+10) , concordò il piano di esecuzione per l’Agenda 21 insieme all’identificazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
A Johannesburg fu sottolineata l’importanza, ai fini del raggiungimento degli obiettivi di Agenda 21, dell’impegno locale anche in partnership pubblico-privato piuttosto che la definizione di nuovi accordi governativi, spesso disattesi.
Di nuovo a Rio De Janeiro nel giugno 2012 per, al momento, ultimo atto: la Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile RIO+20, dove viene ribadito l’impegno per lo sviluppo sostenibile e discusso, tra gli altri, il tema centrale della Green Economy.
Dopo questo breve escursus storico parliamo di Agenda 21 che, contrariamente a quanto spesso inteso, non si occupa solo di ambiente – tra le altre cose auspica meno protezionismo dei mercati a favore dello sviluppo di tutti – ma è, in realtà, costituita da 40 capitoli divisi in 4 macroaree:
- Dimensione sociale ed economica: cooperazione internazionale, lotta alla povertà, modifica dei consumi, dinamiche demografiche e sostenibilità, protezione promozione della salute, promozione di sviluppo sostenibile, integrare ambiente e sviluppo nelle decisioni;
- Conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo: protezione dell’atmosfera, approccio integrato alla pianificazione e gestione delle risorse della terra, combattere la deforestazione, gestire la fragilità degli ecosistemi, combattere la desertificazione, sostenere lo sviluppo rurale e montano e l’agricoltura, conservare la biodiversità, favorire biotecnologie compatibili con l’ambiente, proteggere mari , oceani e coste, usarne in modo razionale le risorse, difendere l’acqua potabile, gestire in modo ecocompatibile i rifiuti e contrastare il traffico di quelli pericolosi, tossici e radioattivi.
- Rafforzare il coinvolgimento dei principali gruppi sociali: donne, bambini e giovani, popoli indigeni e loro comunità, organizzazioni non governative, azioni locali a supporto di Agenda 21, lavoratori e sindacati, settori produttivi, comunità scientifica, agricoltori.
- Implementazione del programma: risorse finanziarie, tecnologie ecocompatibili e cooperazione, ricerca scientifica, promuovere conoscenza, educazione e formazione, cooperazione internazionale, strumenti finanziari, strumenti giuridici, divulgare informazione per favorire decisioni corrette.
Per ogni capitolo uno o più obiettivi comprensivi di attività da svolgere con alcuni punti fermi: coinvolgimento e partecipazione,responsabilità e visione condivisa, sostenibilità, monitoraggio.
In un processo partecipativo e democratico che, nella sua definizione ed attuazione, coinvolge tutti i settori sia nella definizione degli obiettivi che nella costruzione delle condizioni per metterli in pratica: consenso, interesse, sinergie, risorse umane e finanziarie.
L’esecuzione dell’Agenda 21 è stata quindi programmata per includere interventi a livello internazionale, nazionale, regionale e locale, uno dei suoi slogan è l’usatissimo “pensare globalmente, agire localmente”.
In Italia l’Agenda 21 è citata sul sito del Ministero dell’Ambiente (ad esempio qui e qui), l’ ultimo bando però è del 2002.
Regione Lombardia ha invece un intero sito dedicato al tema anche se l’ultimo aggiornamento sembra risalire al 2009 e alcuni link non funzionano.
Anche la Provincia di Milano ha una sezione dedicata al tema sul proprio sito pianificazione_territoriale/agenda_21_OFFLINE/ (e già la parola OFFLINE da una cattiva impressione) in realtà non ci sono aggiornamenti recenti e, peggio, molti dei link alle iniziative passate non sono funzionanti.
Per il Comune di Milano infine non ho trovato una sezione specifica e i documenti che citano Agenda 21 o sono vecchi oppure non significativi.
Se vogliamo trovare qualche notizie recente – purtroppo non ho trovata nessuna iniziativa significativa in Lombardia – dobbiamo andare direttamente sul sito del Coordinamento Agenda 21 Locali Italiane, nato nel 1999 per promuovere le Agenda 21 locali con la carta di Ferrara a cui aderiscono, ad oggi, oltre 350 soci tra pubbliche amministrazioni, enti e partner.
L’impressione è che (almeno da noi), dopo un momento di grande interesse all’inizi del nuovo millennio con bandi nazionali e diverse iniziative locali, l’interesse sia via via scemato forse anche a causa della crisi economica sopraggiunta, crisi le cui conseguenze però erano ampiamente previste proprio dai documenti fondanti di Agenda 21.
Come operare oggi soprattutto a livello locale, anche se Agenda 21 prevede un livello nazionale ed uno regionale che andrebbero rilanciati, non è facile definirlo.
Possiamo però dire che i principi ispiratori di Agenda 21 – responsabilità e visione condivisa, partecipazione e partnership – restano validi e, a mio avviso, possono e devono essere presi in considerazione nella prossima proposta di governo per la Città di Paderno Dugnano.
Oscar Figus